Dalla Legge di Bilancio 2018 due novità per il mondo femminile (e non solo)

I fatti di cronaca degli ultimi anni hanno indotto in tutti una crescente presa di coscienza di un fenomeno antico e, forse, tipico di molti paesi mediterranei.

Mi riferisco alla radicata posizione di relativa soggezione della donna nei contesti familiari e sociali, frutto di un’impostazione di tipo patriarcale che ha radici molto antiche.

Ma la società si è evoluta e con la grande evoluzione che si è registrata nell’ultimo secolo soprattutto in termini di più significativo accesso al lavoro delle donne, già a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, molte cose fortunatamente hanno iniziato a cambiare.

Sul fronte della legislazione speciale negli ultimi anni ci si è resi conto anche della necessità di tutelare la posizione lavorativa di chi si trovi coinvolto in forme di violenza domestica.

Il D.Lgs. n. 80/2015 ha introdotto infatti una nuova forma di congedo economicamente indennizzato il quale prevede il diritto per le lavoratrici del settore pubblico e privato di richiedere uno speciale congedo della durata massima di tre mesi – con diritto quindi alla conservazione del posto di lavoro – qualora debbano seguire dei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere, debitamente certificati dai servizi sociali del comune di residenza.

La legge di Bilancio 2018 è intervenuta con piccoli correttivi in questo ambito e ha altresì introdotto alcune novità per la tutela in caso di chi denunci molestie.

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