E’ possibile il licenziamento via WhatsApp?

Il Tribunale di Catania con una decisione del 27 giugno 2017, pronunciando in merito ad un licenziamento e ad una richiesta di reintegrazione nel posto di lavoro formulata sulla base di un ricorso proposto tardivamente rispetto all’impugnazione del recesso, ha statuito che “il recesso intimato a mezzo whatsapp appare assolvere l’onere della forma scritta trattandosi di documento informatico che parte ricorrente ha con certezza imputato al datore di lavoro, tanto da provvedere a formulare tempestiva impugnazione stragiudiziale”.

Le conseguenze sul piano del diritto non sono di poco conto, soprattutto in termini di certezza dei rapporti giuridici tra privati. Nella “civilità liquida” che viviamo oggi, potrebbe essere rischioso attribuire rilevanza giuridica ad atti così importanti, quali un atto di licenziamento, che non rechino la sottoscrizione del mittente.

E questo per un motivo molto semplice, ossia la maggiore attenzione che tutti noi dobbiamo prestare alle nostre azioni, soprattutto a quelle che hanno risvolti “social” e che nella “rete” restano per sempre.

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