Controlli difensivi: quali i limiti nel nuovo contesto dell’art. 4, L. n. 300/1970

L’innovazione tecnologica guida l’evoluzione del diritto, ma la giurisprudenza procede spesso con più lentezza. L’interpretazione che per anni è stata proposta dalla giurisprudenza in materia di controlli a distanza, che ha aperto la strada al progressivo riconoscimento dei “controlli difensivi”, continuerà ad avere influenza sulla interpretazione e applicazione pratica del nuovo art. 4 della L. n. 300/1970.

I giudici della suprema Corte di cassazione hanno iniziato ad inserire nel proprio orientamento valutazioni che appaiono il frutto del rinnovato contesto normativo e dell’opera di “attualizzazione” della norma voluti dal legislatore con il Jobs Act. Ma stanno altresì svolgendo un’opera di riadattamento di principi elaborati in applicazione della vecchia norma, al nuovo contesto della moderna organizzazione del lavoro.

E’ presumibile che nel quadro del novellato art. 4 dello Statuto dei lavoratori il discrimine tra liceità e illiceità nell’eventuale uso a fini disciplinari dei dati raccolti attraverso gli strumenti di lavoro, sarà costituito – nel quadro di nuove e più rigorose policy interne – dalla valutazione in merito alla sua indispensabilità nel rendere la prestazione lavorativa e dalla effettività della procedura seguita per la sua istallazione e per il suo uso.

Leggi tutto il commento pubblicato su Il Lavoro nella Giurisprudenza n. 2/2017

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